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Come si porta a Milano qualcosa che non c’è? Mare Culturale Urbano ce lo racconta

  • Pubblicato il: 15/03/2016 - 18:20
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Rubrica: 
DOVE OSA L'INNOVAZIONE
Articolo a cura di: 
Elena Lombardo

Si presenta alla città Mare culturale urbano, il nuovo polo di produzione artistica milanese che sorgerà in via Novara 75, nel quartiere periferico tra San Siro e Quarto Cagnino. Un centro culturale innovativo e polifunzionale, che integra sperimentazione artistica, innovazione sociale e rigenerazione urbana coniugando una vocazione iper territoriale con un forte interesse per il panorama internazionale
 
 
 
 
Perché Mare Culturale Urbano?
Milano. Il Mare come energia in continuo movimento. Il mare come strumento millenario di contaminazione tra culture. Il Mare, qualcosa che a Milano proprio non c’è.
Si percepisce molto entusiasmo e soddisfazione nella parole di Daniela Benelli, Assessore all’Area metropolitana che Venerdì 11 Marzo ha aperto a Palazzo Marino la conferenza stampa di presentazione di Mare Culturale Urbano, un nuovo spazio culturale polifunzionale in Zona 7 distribuito su oltre 3000m2 assegnati nel 2014 dal Comune attraverso bando con concessione gratuita trentennale.
«Abbiamo voluto premiare la progettualità e l’altissimo livello di integrazione con il territorio» spiega Daniela Benelli, «oltre a considerare l’aspetto della sostenibilità economica, una sfida che gli imprenditori culturali promotori del progetto hanno saputo cogliere».
Una proficua collaborazione tra pubblico e privato, confermata anche da Andrea Capaldi, cofounder & CEO, che inizia la presentazione del progetto ringraziando la giunta proattiva e sensibile, il consiglio di zona e due tra i principali partner, Banca Prossima e la Fondazione Housing Sociale.
Mare culturale urbano è un progetto che nasce dal lavoro di oltre dieci professionisti con l’obiettivo di creare «un luogo dove le persone vogliano andare e restare, tornare. Lavoriamo per una città multicentrica, crediamo nell’importanza delle periferie, e lo facciamo con un progetto a vocazione iperterritoriale che intende fare impresa culturale» spiega Capaldi.
Un’iniziativa estremamente complessa, nata dallo studio delle migliori esperienze internazionali, che si poggia sulla netta convinzione che l’arte debba immergersi nella realtà, «che arte e società siano un unicum».
 
 
 
Ma come tradurre questi concetti in azione?            
«Pensando un luogo in grado di influenzare ed essere costantemente influenzato, aperto alle collaborazioni, inclusivo e attraverso il quale offrire l’opportunità di confrontarsi con il tessuto sociale locale». Un modo di pensare aperto, popolare e reattivo, dove la produzione culturale coabita con l’anima business oriented, un progetto costruito per contare sulla propria capacità di generare ricavi attraverso l’unione di economie di scala e un’attenta diversificazione delle attività.
«Milano ha bisogno di luoghi dove si vive e si produce cultura», sottolinea Roberto Beretta, Responsabile Lombardia di Banca Prossima, che ha da subito creduto nell’idea. Un progetto interessante perché, come aggiunge Giordana Ferri di Fondazione Housing Sociale: «si impegna a ricostruire un tessuto culturale assente nelle periferie, ripartendo proprio da luoghi difficili e diventando catalizzatore urbano».
Con la consegna prevista tra fine 2017 e inizi 2018, si parla di un investimento complessivo di 9 milioni e 700mila euro, una cifra contenuta se consideriamo l’estensione degli spazi: «A noi non interessano gli stucchi ma i flussi» commenta Paolo Agnello, altro cofounder & CEO, spazi funzionali che siano accessibili, fatti per essere abitati e vissuti.
Come spiega l’architetto Carlo Gandolfi (bunker-arc), l’edificio di via Novara 75, che si accompagna nel progetto al recupero di Cascina Torrette di Trenno, «è stato pensato per essere trasparente, adatto ad ospitare qualunque iniziativa, con spazi per artigiani, una foresteria per attori, un bistrot e ristorante, una terrazza per le feste, due sale cinematografiche da 90 posti e una a 120. Un Passage: una strada al coperto che richiamerà la città dentro di sé.  Un mondo emerso disegnato per moltiplicare gli accessi
Mare culturale urbano è anche ricerca sul campo, nell’ambito di City on the Move, è stato sviluppato uno strumento operativo di attivazione culturale per il territorio: MAUZ 7, il manuale di attivazione urbana frutto della cooperazione tra ricercatori, cittadini e associazioni che hanno investigato le caratteristiche abitative, economiche e sociali della zona.
Una realtà articolatissima, frutto dello spirito del tempo, come sottolinea anche l’Assessore alla Cultura, Filippo del Corno: «Se nel secondo dopoguerra a Milano gli artisti aspiravano a costruirsi una propria “casa”, ora questa tendenza è cambiata: nascono spazi multidisciplinari, porosi, permeabili. Mare culturale urbano è un progetto che esprime la vocazione glocal di Milano evidenziando la convinzione condivisa che la cultura possa essere uno straordinario motore di sviluppo economico e sociale.»
 
Volete saperne di più? Mare si trasferisce temporaneamente in centro per sei giorni di presentazione di dal 15 al 20 marzo 2016 in Triennale Expo Gate, via Beltrami 1.
Ci saranno tavoli di lavoro con esperti, laboratori per grandi e piccini dalla serigrafia alla falegnameria, aperitivi, degustazioni e tanta festa.
Qui il programma completo!
 
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