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Cinquant'anni fa moriva Giorgio Morandi. Come lo ricorda Bologna

  • Pubblicato il: 20/06/2014 - 08:10
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi

Bologna. Il 18 giugno 1964, cinquant’anni fa, si spegneva a Bologna Giorgio Morandi, ma la sua eredità continua ancora oggi a fare discutere sotto le Due Torri. E non per motivi artistici.
Com’è noto da tempo il MAMbo ha spostato da Palazzo d’Accursio alla sede principale del museo in via don Minzoni le opere del lascito Morandi oggi restituite in un allestimento molto rispettoso dell’opera del maestro, pensato dal direttoreGianfranco Maraniello con la consulenza dell’esecutore testamentario di Morandi Carlo Zucchini.
Nell’atto di donazione al Comune delle opere di Morandi, datato 15 ottobre 1991, c’è infatti scritto che le opere donate sono «Tutte insieme raccolte per essere collocate ed esposte in Palazzo d’Accursio nelle sale destinate a sale comunali d’arte, ivi costituendo apposita ed organica sezione denominata Museo Morandi».
Nel medesimo atto, tra altre volontà, anche quella di esporre nel medesimo luogo anche lo studio di Morandi che invece da qualche anno è esposto nell’alloggio di via Fondazza. Poi la decisione di spostamento di direzione e Cda del MAMbo che è un museo con varie sedi e le conseguenti polemiche, mai sopite nel tempo per il ritorno a Palazzo comunale (di recente il Consiglio comunale ha votato un ordine del giorno in questo senso). Ma l’assessore comunale alla cultura Alberto Ronchi e il direttore Maraniello sono contrari.
Intanto proseguono le manifestazioni dedicate all’anniversario del maestro tra cui ricordiamo lemostre di Tacita Dean e Rachel Whiteread mentre a fine anno arriverà quella di Lawrence Carrol.
Oggi, inoltre, l'Istituzione Bologna Musei ricorda l'artista con alcune iniziative rivolte al pubblico durante la giornata: ingresso gratuito al Museo Morandi del Mambo dalle 12 alle 18 con visita guidata gratuita a cura del Dipartimento educativo MAMbo alle ore 16; apertura straordinaria di Casa Morandi dalle 10 alle 20, con visita guidata gratuita a cura del Dipartimento educativo MAMbo alle ore 18.
Firenze, fino al 22 giugno alla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi c’è la rassegna «Giorgio Morandi Roberto Longhi. Opere Lettere Scritti». Morandi era nato a Bologna il 20 luglio 1890 da Andrea e Maria Maccaferri. Dopo avere frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna per il giovane pittore sono cruciali il 1910 e il 1911. Nel ’10 si reca a Firenze, lui che lascerà ben poche volte la casa di via Fondazza a Bologna e il «buen retiro» di Grizzana sull’Appennino, e studia i capolavori di Giotto, Picasso, Paolo Uccello. Sono questi i suoi «maestri», insieme a Cézanne, Henri Rousseau il Doganiere, André Derain.
Del 1911, salutato dall’amico Cesare Brandi con le parole «Cielo vasto di solitudine senza approdi», è il dipinto «Paesaggio» che segna la strada che Morandi sta prendendo in maniera definitiva. Seguiranno, negli anni immediatamente successivi, l’approdo all’uso dell’acquaforte e il periodo futurista (importante anni dopo anche il periodo metafisico) che però sarà solo una meteora. Importante è anche il 1914, anno nel quale Morandi espone per la prima volta all’Hotel Baglioni di Bologna insieme a Severo Pozzati, Osvaldo Licini, Mario Bacchelli e Giacomo Vespignani. L’artista bolognese via via nel tempo si fa sempre più conoscere, esponendo alla Biennale di Venezia e allaQuadriennale di Roma ed è adorato dalla critica che «conta», dagli amici Lamberto Vitali e Cesare Brandi a Roberto Longhi e Giulio Carlo Argan. Resta epico lo scontro che ebbe con Francesco Arcangeli che, al termine della vita del pittore, gli dedicò un’ampia monografia: a Morandi non piacque e ciò causò la rottura, dolorosa per entrambi, tra i due. Il prossimo 3 agosto, inoltre, saranno vent’anni dalla morte di Maria Teresa Morandi, l’ultima delle tre sorelle del «professore», colei che favorì la donazione a Bologna di 150 opere del celebre fratello.

da Il Giornale dell'Arte , edizione online, 18 giugno 2014