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C’è chi sta in piedi, cammina e ha il fiato da maratoneta

  • Pubblicato il: 14/06/2016 - 20:42
Autore/i: 
Rubrica: 
MUSEO QUO VADIS?
Articolo a cura di: 
Catterina Seia

Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, Leonardo di Vinci di Milano per missione  sta “nel farsi delle cose”. Dalle sue origini ha saputo condividere la sua ragion d’essere: sviluppo delle collezioni, delle esposizioni e del modello educativo con imprese, istituzioni e fondazioni, costruendo con loro sostenibilità di significato ed economica. Insignito di numerosi premi, il Museo ha il più grande riconoscimento dai risultati sul pubblico, dalla crescita occupazionale e dal bilancio. Ora sta guardando ai grandi donors internazionali e ripensa la propria identità nei nuovi processi di generazione della conoscenza. Ne parliamo con Giovanni Crupi, Head of Development del Museo, reduce da un workshop sul fundraising negli States su invito della King Baudouin Foundation, dedicato alle più innovative istituzioni culturali e cognitive europee.
 
 
 
Milano. Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia nasce nel 1953, da un’idea dell’industriale milanese Guido Ucelli,  per raccontare “il divenire del mondo”, attraverso storie di scienza, tecnologia e industria a partire da uno sguardo di unità della cultura scientifica e umanistica. Dedicato di conseguenza a Leonardo Da Vinci, si apre aggregando altri industriali e istituzioni in occasione dei 500 anni dalla sua nascita. Con i suoi 50.000 mq di estensione in un monastero olivetano costruito agli inizi del '500 nel cuore della città di Milano, 500mila visitatori l’anno è il più grande e importante museo tecnico-scientifico in Italia e tra i principali in Europa. Insignito di numerosi premi, l’ultimo dei quali “CulturapiùImpresa” per la capacità di aggregazione dei soggetti economici  con il progetto di Fuori Expo, “#Food people -la mostra dedicata a chi ha fame di innovazione”, il Museo ha il più grande riconoscimento dai risultati sul pubblico, dalla crescita occupazionale e dal bilancio.
 
 
 
Incontriamo  Giovanni Crupi, Head of Development del Museo,  di ritorno da un workshop  sul fundraising negli States su invito della King Baudouin Foundation, dedicato alle più innovative istituzioni culturali e cognitive europee. Come nasce questa opportunità?
GC. Nell'ultimo anno abbiamo avuto 4 grant da corporate foundation americane. Una di questi è stata finanziata dalla Amgen Foundation e riguarda programmi educativi sui temi delle biotecnologie e della genetica. La King Baudouin Foundation, che ha una charity a New York (KBFUS), ha condotto la campagna di promozione, selezione e assegnazione di questo grant. Inoltre, organizza ogni anno due workshop, uno per l'Europa e uno per l'Africa, per far conoscere le peculiarità del modello di fundraising americano.
Negli USA il modello di fundraising è prevalentemente basato sulle donazioni degli individui e le corporate foundation pesano soltanto per il 20% del fundrasing complessivo. Per questa ampia fetta di mercato di donors globali, questa fondazione seleziona dal 2007 professionisti nel fundraising per una quattro giorni di incontri. Così mi hanno invitato negli States con altre 30 persone provenienti dai diversi ambiti culturali. Direttori e Head of Development di musei e di teatri,  Rettori o Head of Alummni di Università hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con esperti del fundraising americano, in una esperienza che ha mixato teoria con case-history. Dall’Italia erano presenti, oltre a me, il nuovo direttore del museo e del sito archeologico di Paestum,  Gabriel Zuchtriegel e la Head of Financies del Museo Egizio, Samanta Isaia.
E’ stata una grande opportunità di confronto con i colleghi e di networking utile a una nuova eventuale  strategia di fundraising negli Stati Uniti. Il mercato dei major donors della filantropia individuale è florido e può rappresentare un interessante ambito di fundraising per alcune istituzioni museali italiane ed europee.
 
 
 
Avete attivato una nuova pista di relazioni con gli States? Quanto avete già raccolto e come?
Recentemente abbiamo aperto un canale di ricerca fondi negli USA soltanto nel campo delle corporate foundation, ottenendo come dicevo in un anno 4 grants per un totale di circa 350 mila euro. Si tratta di corporate foundation collegate ad imprese che operano rispettivamente nei settori dell’ ICT, delle biotecnologie, della genetica e dell’asset management. Sulla filantropia individuale stiamo ancora valutando.L’attenzione delle charity americane verso l’Europa sta crescendo e ovviamente può essere profittevole  intercettarle.
 
 
 
Quali sono i macro obiettivi di questi nuovi player?
Le grandi aziende worldwide vogliono stabilire relazioni con le communities in cui sono inserite.
E’ una visione di CSR -ndr corporate social responsibility- che si pone l’obiettivo di supportare il cambiamento strutturale di questa nostra era. Queste aziende lavorano sui loro valori, che sono appunto promozione della ricerca nella scienza della vita e nella tecnologia, di sostegno all’educazione, al sociale, a favorire lo sviluppo, anche economico, delle istituzioni culturali.
Ci sono stati sostenuti programmi di carattere educativo, gratuiti per underserved (gruppi sociali che hanno meno opportunità), programmi formativi per studenti e insegnanti e una parte del progetto del completamento della riconversione di un edificio storico in infrastruttura museale per esposizioni, eventi e servizi.
Le Corporate Foundation  sono interlocutori che possono ispirare progettualità sebbene a volte gli investimenti non siano di valore economico elevato. 
Oggi penso valga la pena dedicare tempo, energie e risorse ai major gift - che non sono facili da conquistare e sono molto time - consuming – ma hanno le potenzialità per generare e supportare grandi interventi. Vedo possibilità rispetto agli asset del Museo: i suoi grandi progetti soprattutto legati a Leonardo da Vinci e agli oggetti che hanno una forte relazione con la storia americana, come il transatlantico Biancamano che portava gli emigranti negli Stati Uniti. 
 
 
 
Avete progettualità sulla programmazione comunitaria 2014-2020?
Horizon 2020 rappresenta un altro dei programmi che può fare la differenza per il nostro Museo, soprattutto per gli assi dedicati a scienza, tecnologia e creatività, che lavorano sull'empowerment delle communities e sulla ricerca educativa, vogliamo esserci. Abbiamo già iniziato. In alcuni progetti siamo leader - soprattutto per l'educazione nei musei - e in altri siamo partner. Responsible Research and Innovation, altro filone di finanziamento importante all'interno dell'Horizon 2020, rappresenta un punto di lavoro rilevante per il nostro Museo. Insieme ad altri quattro grandi musei europei della scienza e della tecnologia, in Inghilterra, Francia e Germania, stiamo ragionando su un grande progetto da sviluppare.
 
 
 
E le Università italiane?
Le Università italiane collaborano allo sviluppo scientifico del Museo su temi diversi. Inoltre costruiamo spesso programmi ed eventi per la comunicazione della ricerca: ad esempio MeetMeTonight a Milano in occasione della Notte Europea dei ricercatori rappresenta ormai un grande appuntamento per tutti i cittadini.
Dal punto di vista dell’educazione nei musei, in particolare della metodologia per le STEM, l’esperienza di anni ci pone un passo avanti.
 
 
 
Quali sfida è la più importante per il  prossimo triennio? 
Innanzitutto guardiamo al 2019, anno in cui si celebrano i 500 anni dalla morte di Leonardo. Sicuramente la sfida più importante ed epocale per noi è il rinnovamento della Galleria Leonardo, l’esposizione attorno a cui siamo nati nel 1953 in occasione del quinto centenario dalla nascita di Leonardo.

Il Museo possiede la più grande collezione al mondo di modelli realizzati negli anni, sulla base dell’interpretazione dei disegni di Leonardo ed è la prima realtà ad avere affrontato in modo organico e sistematico gli studi tecnico-scientifici del genio fiorentino. Una selezione di modelli è esposta in via permanente presso la Galleria Leonardo, il cuore del nostro Museo. Con i suoi 60 anni di storia, la Galleria Leonardo rappresenta un’icona, un simbolo e un affetto per i cittadini di Milano e della Lombardia e, nel mondo, un riferimento rispetto all’opera di Leonardo ingegnere e tecnologo e al il dialogo tra la cultura tecnico-scientifica e umanistica. La nostra Galleria è divenuta oggi una risorsa un po' datata. Rinnovarla dopo 65 anni significa ripensare la cifra che caratterizza la nostra identità; un’esposizione in cui tutti i milanesi si riconoscono. Per questo il Museo si troverà ad affrontare una trasformazione profonda, capace di segnare un vero punto di svolta nella vita di una grande istituzione. Costituisce missione statuaria, una responsabilità che si intende affrontare al meglio delle possibilità, nell’ottica di offrire al pubblico un’esperienza straordinaria sotto ogni punto di vista. Il progetto è complesso e deve essere quindi ambizioso. Abbiamo valutato che il costo complessivo sarà superiore ai 3 milioni di euro.

 
 
 
Quali saranno i punti di svolta della storia che andrete a raccontare?
La dedica del Museo a Leonardo riveste ancora oggi un’importanza strategica ed è al centro della nuova riflessione identitaria che già da qualche anno l'istituzione ha intrapreso. Tale percorso investe l’intero Museo e vede alla sua base il concetto di unità della cultura e dei saperi, in un passaggio da un approccio di tipo enciclopedico a sistemico – relazionale, centrale nella contemporaneità. Si osserva che per sviluppare processi di innovazione, le aziende si avvalgono di team composti da umanisti e scienziati, tecnologi e antropologi. Questo esprime il bisogno di un nuovo modello di costruzione del sapere.
Il nuovo progetto esplorerà i temi chiave intorno alla figura di Leonardo e i suoi rapporti con l’ingegneria, la storia della scienza e della tecnica, permettendo al grande pubblico di accedere, attraverso linguaggi contemporanei, ai risultati della ricerca accademica più aggiornata, con l’obiettivo di restituire un’immagine di Leonardo ricollocata nel suo contesto storico. La capacità di tradurre un messaggio curatoriale distintivo in una visione espositiva innovativa, che valorizzi oggetti storici anche attraverso strumenti e linguaggi di frontiera, rappresenterà sicuramente un fattore chiave della nuova Galleria.
Grazie al contributo di Fondazione Cariplo abbiamo già iniziato a lavorare con François Confino, che ha realizzato musei meravigliosi a Torino, il Museo del Cinema e il Museo dell'Automobile. Stiamo realizzando con lui un concept espositivo
 
 
 
Avete sviluppato laboratori con i makers. State guardando all’internet delle cose,  al nuovo artigiano, alle industrie culturali e creative?
La nostra società richiede cittadini che siano creatori, investigatori, makers e pensatori capaci di prendere decisioni che rispondano alle sfide contemporanee, sia dal punto di vista personale che professionale. L’obiettivo generale del Museo è concorrere a sviluppare la “cittadinanza scientifica”, cioè il complesso di competenze utili per comprendere le implicazioni e le interazioni della scienza e della tecnologia sulla vita quotidiana e le loro interazioni con altri settori del sapere e della società.
Il nostro museo ha una lunga storia anche in ambito educativo.
Negli anni ’90 aprono i primi laboratori interattivi e sperimentali ispirati dalla filosofia di Frank Oppenheimer e dell’Exploratorium di San Francisco. Oggi è riconosciuto in Europa per la sua metodologia educativa basata sull’educazione informale. Nel 2009 abbiamo fondato il CREI ©, Centro per la Ricerca per l’Educazione Informale e siamo Ente Accreditato per la formazione e lo sviluppo professionale degli insegnanti dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.
La nostra Tinkering Zone, laboratorio permanente interattivo è dedicata al making, all’ingegneria, al design e all’intersezione tra arte e scienza. Siamo partiti da un laboratorio educativo che risponde in modo immediato e puntuale ai bisogni della scuola, dei giovani e delle famiglie. Stiamo pensando  anche ad una parte espositiva sulla storia della produzione. Dobbiamo rinnovare l'esposizione dedicata alla storia dell'information technology, fino ai giorni nostri.
 
 
 
Negli ultimi 10 anni il Museo ha intrapreso un processo di rinnovamento e sviluppo culturale, economico e organizzativo con un grande investimento sulle risorse umane.
Il nostro modello gestionale è stato ispirato dall’equazione Museo=Cambiamento costante, a servizio della società. Negli ultimi anni ha lavorato molto sull’innovazione nei processi e sulla gestione per progetti. Si è data un'organizzazione dinamica, dove tutte le persone, in quello che fanno devono dialogare con l’esterno: devono ascoltare, immaginare nuove attività in base al nostro ruolo nella comunità, costruire insieme ad altri e ottenere sostegno anche economico. Grazie a questa spinta, abbiamo realizzato uno sviluppo organizzativo rilevante, passando gradualmente da 30 a 130 persone. Abbiamo fondato  la nostra  strategia su due pilastri: un modello culturale-educativo e un modello di sostenibilità economica. Il modello culturale-educativo integra approcci interpretativi delle collezioni storiche e metodologie educative, costantemente implementato con un lavoro di ricerca e di sperimentazione per massimizzare l’impatto dell’esperienza proposta ai visitatori. Siamo guidati ed ossessionati, forse, dal concetto di sostenibilità: facciamo se prima siamo capaci di generare le risorse. E’ un circolo virtuoso che ci impone di  migliorare l'attrattività: rinnovare, coinvolgere e servire. Questo stile genera ricavi che possono essere  reinvestiti per innovare ancora.
 
 
 
Qual è ad oggi la percentuale di contributo pubblico al vostro bilancio?
Dal  2000 il Museo è passato da Ente pubblico a Fondazione di diritto privato, i cui soci fondatori sono il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo; i partecipanti sostenitori sono Regione Lombardia, Comune di Milano, Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Milano. Le principali Università milanesi fanno parte del consiglio scientifico.
Le istituzioni pubbliche sostengono la vita del Museo con un contributo gestionale di circa il 30%. Il trend nell’ultimo triennio è stato costante, dopo il drastico taglio del 2010 che ci ha messo un po' in difficoltà.  La maggior parte del finanziamento pubblico viene dal MIUR, attraverso due leggi, una delle quali relativa ai finanziamenti gestionali triennali (dal 2015 al 2017), il cui  contributo purtroppo è messo in discussione ogni anno.
 
 
 
E’ rimarchevole  che il 70% delle entrate sia autogenerata.
La continuità gestionale che abbiamo avuto con la direzione di Fiorenzo Galli, alla guida del museo da 15 anni, è un fattore determinante.  Una leadership che fa la differenza.
 
 
 
Dalla mia ultima visita la pagella è alta.  Unica nota, non ho trovato un'area ristoro piacevole, interna o esterna, che mi consenta di pensare al museo come luogo di conoscenza che appartiene al quotidiano, in relazione alla città, un luogo in cui dare appuntamento agli ospiti, fare sosta.La stanza dei sognatori a cui faceva riferimento Ippocrate per gli Asclepia, i campus terapeutici.
E’ il nostro cruccio, ma ci stiamo lavorando. Mentre stiamo scegliendo un partner che sia posizionato sullo stesso mercato per servire il nostro pubblico, dobbiamo creare le condizioni per un investimento economico sull’edificio in modo tale da ospitare un’area food di nuova concezione.
 
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Approfondimenti
Le esposizioni permanenti e i laboratori interattivi
Oggi le esposizioni permanenti del Museo si riuniscono sotto questi macro-temi:

  • Leonardo Arte&Scienza (Leonardo, Strumenti musicali, Orologeria, Collezioni d’arte)
  • Comunicazione (Telecomunicazioni, Tecnologie che contano, Spazio)
  • Scienza e Tecnologia dell’Alimentazione (#FoodPeople. La mostra per chi ha fame di innovazione)
  • Materiali (Alluminio, Acciaio, Materiali Polimerici, Industria Chimica di Base, Carta, Ciclo di vita dei prodotti)
  • Energia (Energia&Materiali, Fonti e dispositivi energetici, Area Petrolio, Sistema Energetico)
  • Trasporti (Trasporti ferroviari, Trasporti Aerei, Trasporti Navali)

 
Le esposizioni permanenti integrano gli oggetti storici, patrimonio del Museo, con strumenti contemporanei quali: exhibit, multimedia, audiovisivi, videogames progettati ad hoc, riproduzioni di oggetti e ambienti.
Il Museo si avvale di 13  laboratori interattivi (i.lab) finalizzati alla realizzazione delle attività educative.
 
Il Museo e Leonardo da Vinci in vista dell’anniversario 2019
Nel 2019, in occasione del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, che sarà ricordato con celebrazioni ufficiali a livello nazionale, il Museo si presenterà con un nuovo progetto allestitivo.
Nel contempo continua la partecipazione a esposizioni e la progettazione di mostre per far conoscere la figura di Leonardo in tutto il mondo. Tra le collaborazioni internazionali più recenti, la mostra “Léonard de Vinci, projets, dessins, machines” realizzata da Universcience in collaborazione con il Museo e il Deutsches Museum, fino a settembre 2016 al Science Museum di Londra, dopo essere stata a Parigi, Monaco di Baviera, San Paolo del Brasile e Brasilia.
 
IL MODELLO DI SOSTENIBILITÀ ECONOMICA
Come altri grandi musei, il Museo sta affrontando nuove sfide per rispondere ai bisogni della società e allo stesso tempo per superare la contrazione dei finanziamenti pubblici.
Il modello di sostenibilità è caratterizzato da 3 fattori: investimento su una struttura organizzativa con competenze chiave interne; processo di sviluppo mission-based e project-driven; partnership con gli stakeholder chiave; mix di fonti di finanziamento pubblico-privato.

 
 

IL MUSEO IN CIFRE (2015)

LA SUPERFICIE
50.000 mq
33.000 mq coperti
25.000 mq espositivi
 
I VISITATORI
500.000 visitatori nell’anno 2015 (72% italiani, 28% stranieri)
4.500 gruppi scolastici
1.200.000 visitatori individuali del sito museoscienza.org (fonte Google Analytics)
34.548 fan di Facebook
15.800 follower su Twitter

IL PATRIMONIO
16.700 beni storici
45.000 volumi nella biblioteca
50.000 beni fotografici e audiovisivi
L’ORGANIZZAZIONE
130 dipendenti
90 volontari
180 consiglieri scientifici
1 centro di ricerca per l’educazione informale – CREI

 
L’OFFERTA CULTURALE
17 sezioni espositive
13 laboratori interattivi
155 percorsi educativi
 
I SERVIZI
7 sale per convegni, eventi, congressi, spettacoli
1 auditorium
250 eventi organizzati
1 negozio - MUST Shop
 

 
 
 
Lista progetti svolti dal Museo nel periodo 2000-2015
2003: restyling Sala Musica Emma Vecla,  Sala Falck
2004: nuova sezione Suono_TDK, riapertura sezione Orologeria
2005: sottomarino Toti, nuovi laboratori interattivi di Genetica e Biotecnologie, Robotica, Telecomunicazioni nell’ambito del Progetto EST (Educare alla Scienza e alla Tecnologia)
2006: nuova sezione Chimica e Materie Plastiche, laboratorio Leonardo, laboratorio Elettricità
2007: nuova area Emittenti Radiofoniche, parte della sezione TLC (radio 105),  nuova area Elicotteri, nuova sezione Ciclo di Vita dei Prodotti
2008: nuova area Telegrafia, Telefonia e Televisione nella sezione telecomunicazioni, nuova area Petrolio,  mostra “Il punto di vista di Hammacher, fotografo, progettista, grafico”
2009: secondo nuovo i.lab Genetica & Biotecnologie,  riapertura i.lab Al di là degli oceani , oggetto di un riallestimento nei mesi precedenti; nuova area interattiva sulla gomma, nuova area interattiva: sostanze adesive, nel Dipartimento Materiali,  Conferenza annuale di Ecsite ospite al Museo,  apertura MUST Shop
2010: nuovo i.lab Alimentazione,  nuova area Nanotecnologie,
2011: nuova area Industria Chimica di base,  mostra temporanea Ford (Ford Model T) “Democratizing Technology. La mostra interattiva che racconta come Ford rende la tecnologia accessibile a tutti”,   mostra temporanea “Buon Appetito. L’alimentazione in tutti i sensi”,  mostra temporanea “Eureka! Le geniali invenzioni di Archimede”;
2012:  sezione espositiva dedicata al Sistema Ambiente e i.lab Energia e Ambiente,  mostra temporanea Carlo Erba
2013:  nuova area Acciaio,  mostra “TECH STORIES| Politecnico di Milano 1863-2013” 150 anni,  restyling Ciclo di vita dei prodotti ed Elicotteri
2014: mostra “Home. 175 anni di innovazioni insieme a P&G”,  installazione permanente “Le voci della Scienza” e tre automobili della collezione del Museo,  mostra temporanea EXPONENDO; inizia il progetto Thinkering Zone;  mostra temporanea DuPont; nuova area Spazio
2015: nuova esposizione permanente Alluminio, mostra #FoodPeople, nuova area Makers
 
 
 
 
INFO MUSEO
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