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Bordeaux, città del vino

  • Pubblicato il: 14/06/2016 - 16:56
Rubrica: 
DOVE OSA L'INNOVAZIONE
Articolo a cura di: 
Maria Elena Santagati

Dal 1° giugno ha aperto i battenti la Cité du vin di Bordeaux. Un'istituzione sui generis, tra museo e parco tematico, gestita dalla Fondation pour la culture et les civilisations du vin. Un investimento di 81 milioni di euro per un progetto innovativo a livello architettonico, gestionale ed espositivo. Una città che punta sul turismo enologico e si impegna per diffondere ai più la cultura del vino
 
 

Da giugno, Bordeaux si rispecchia non soltanto nel miroir d'eau della celebre Place de la Bourse, ma anche nello straordinario edificio che ospita la Cité du vin. 55 metri di altezza, una superficie dagli effetti cangianti in continua evoluzione nell'arco della giornata, secondo i riflessi di luce e della Garonna che lo circonda. Una forma insolita e accattivante, «una rotondità senza interruzioni, immateriale e sensuale» nelle parole dei progettisti, Anouk Legendre e Nicolas Desmazières dello studio parigino XTU, gli stessi del Padiglione Francia di Expo2015. Un richiamo a tre elementi identitari locali: il movimento del vino che ruota all'interno del bicchiere, un vitigno nodoso, i vortici del fiume. Sorge nel quartiere portuale Bacalan, nella zona dei Bassins à flot a nord della città, oggetto di una importante riqualificazione in ottica eco-sostenibile, come la stessa Cité, che copre il 70% del proprio fabbisogno energetico attraverso energie verdi e locali. Un edificio inedito concepito per ospitare un progetto altrettanto inedito, che vuole proporsi come «un'esperienza immersiva e sensoriale» nel mondo enologico.
 
Nasce nel 2009 il progetto di un centro culturale e turistico dedicato al vino, per volontà della Città di Bordeaux e in particolare del sindaco Alain Juppé, che ne affida il coordinamento ad un'associazione, presieduta da Sylvie Cazes e diretta da Philippe Massol, ex direttore del Futuroscope di Poitiers, di cui fanno parte Région Aquitaine, Bordeaux Métropole, Ville de Bordeaux, Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux (CIVB) e la Chambre de Commerce et d’Industrie de Bordeaux. Nel 2011, in seguito al riconoscimento dell'interesse generale del progetto, viene istituito un fondo di dotazione per la raccolta di contributi privati e nel 2015 si procede alla costituzione della Fondation pour la culture et les civilisations du vin, responsabile della governance del museo fino al 2028.
 
Tre i soci fondatori: la città di Bordeaux, il Consiglio Interprofessionale del vino di Bordeaux e la banca Crédit Agricole d’Aquitaine. Una partnership pubblico-privata, quindi, che si riflette in fonti finanziarie diversificate ma anche in una interessante struttura di governance, composta da esponenti del mondo culturale, scientifico e professionale.Una composizione variegata e indubbiamente innovativa per garantire il perseguimento dei tre obiettivi principali della fondazione: il riconoscimento della dimensione patrimoniale e culturale del vino, la valorizzazione e la diffusione delle relative conoscenze, il sostegno alla ricerca e alla creazione intorno alla cultura e alle civiltà del vino. La fondazione si compone, infatti, di un consiglio di amministrazione di cui fanno parte 15 membri suddivisi in 3 collegi: dei fondatori, degli esperti e degli Amici, dal presidente onorario di INCA, l'Istituto nazionale per la ricerca sul cancro, al tesoriere della Fondazione Henri Cartier-Bresson. Partecipa alla governance un consiglio direttivo culturale composto da 12 membri, sempre raggruppati in 3 collegi: dei fondatori, degli esperti e delle personalità del mondo della cultura, dal presidente onorario della Sorbonne al direttore Mediazione del Musée du Louvre. Contribuiscono, inoltre, al finanziamento e alla gestione, anche la fondazione americanaClarence and Anne Dillon Dunwalke Trust e il principe Robert de Luxembourg.
 
Per il funzionamento della Cité è previsto un autofinanziamento con ricavi propri e sponsorizzazioni private, con una stima di 12 milioni di € per 450.000 visitatori annui, mentre il costo relativo alla costruzione, pari a 81 milioni di €, è stato così ripartito: 38% il comune di Bordeaux, 19% sponsorizzazioni, 15% fondi europei, 10% Città metropolitana di Bordeaux, 7% Regione Aquitaine, 7% Consiglio interprofessionale del vino di Bordeaux, 2% Stato, 1% Camera di Commercio e dell'Industria di Bordeaux e 1% Provincia della Gironda.
Decisiva l'attività di fund raising, che contempla un mecenatismo allo stesso tempo internazionale, con gli American friendse gli International friends of la Cité du Vin, e locale, con il club delle imprese, composto principalmente da viticoltori locali, il club degli Amici,gli sponsor fondatori e i donatori individuali. Molteplici le proposte di sponsorizzazione destinate alle aziende.
Per accedere alla Cité sono previsti biglietti a tariffa diversificata per età, pacchetti famiglia e abbonamenti. Un ingresso ordinario, dell'importo di 20€, comprende l'accesso al percorso permanente, una degustazione e il «compagno di viaggio», una guida multimediale interattiva in 8 lingue.
 
Ispirandosi soprattutto al Guinness Storehouse di Dublino e al Guggenheim di Bilbao, e rispettando quella vocazione dell'accessibilità della cultura «au plus grand nombre» del decreto istitutivo del Ministero della Cultura francese,  la missione dell'istituzione è quella di «rendere accessibile al maggior numero possibile di persone il patrimonio universale e vivente del vino, offrendo uno sguardo rinnovato e innovativo».
Circa 14.000 mq per un percorso permanente, spazi per eventi temporanei e per attività collaterali, come le degustazioni, giardini, oltre ovviamente a bar, shop e ristorante, ma anche una sala lettura, un auditorium e il belvedere situato a 35 m di altezza da cui si gode di una vista a 360° sulla città. «Un mondo di culture», come si definisce la Cité, da scoprire grazie ad un allestimento  innovativo, curato da  Dinah Casson e Roger Mann dell'agenzia inglese Casson Mann, con l'utilizzo di tecnologie digitali e interattive, anche sensoriali, compresi i diffusori di aromi, e la possibilità di personalizzare il proprio tour. Un percorso permanente alla scoperta dei vitigni del mondo («Le tour du monde des vignobles»), delle condizioni climatiche che ne influenzano la crescita («Planètes vin»), delle peculiarità dei territori («La table des terroirs»), dell'intervento ad opera dell'uomo («E-vigne»),  dei processi di trasformazione dell'uva in vino («Les métamorphoses du vin»), delle tipologie di vini («Portraits du vin»), della storia dell'esportazione dei vini attraverso i fiumi («Vins au fil de l'eau»).
Accanto a questo, un'offerta diversificata che comprende spettacoli, proposte educative per bambini e attività per persone affette da disabilità fisica o intellettiva, ma ancheapprofondimenti per esperti e ateliers esperienziali tematici. Vi è inoltre la possibilità di acquistare in loco delle proposte di wine toursnelle cantine del territorio.
 
Dal vino degustato a quello raccontato dai personaggi storici e dai letterati, dalle trasformazioni chimico-fisiche alla diffusione nel mondo, un lungo viaggio grazie ad un progetto giovane ma corposo. Un grande potenziale per una città che, in modo ambizioso e innovativo, ha deciso di fare leva sulla propria reputazione e sul proprio patrimonio immateriale. Prosit!
 
 

 
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