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The Augmented City: un nuovo paradigma per guidare le città sostenibili, di un « diverso presente »

  • Pubblicato il: 15/09/2017 - 09:28
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CONSIGLI DI LETTURA
Articolo a cura di: 
Valentina Montalto

Le città stanno acquisendo un ruolo sempre più importante a livello mondiale, sia per gli enormi flussi demografici che si riversano sui centri urbani sia in quanto centro propulsore di nuove filiere produttive. Ma, per coltivare appieno il potenziale creativo e innovativo delle città, abbiamo bisogno di un cambio di paradigma che poggi sui pilastri dello sviluppo sostenibile - ambientale, culturale, sociale, territoriale ed economico - secondo quanto teorizzato dal professore universitario nonché architetto e urbanista Maurizio Carta nel suo libro “The Augmented City” e come da lui stesso ribadito alla summer school di RENA 2017, da poco conclusasi a Matera
 


 
È ormai noto che le città stanno acquisendo un ruolo sempre più importante a livello mondiale, sia per gli enormi flussi demografici che si riversano sui centri urbani sia in quanto centro propulsore di nuove filiere produttive. Si prevede che, entro il 2050, la popolazione mondiale delle città quasi raddoppierà, rendendo dunque l’urbanismo uno dei trend più incisivi del ventunesimo secolo.
 
Ma, come affermato nel 2016 alla Conferenza di Quito « UN Habitat III », non siamo ancora stati in grado di affrontare le sfide tipiche del nostro tempo, dalla congestione urbana, all’inquinamento al cambiamento climatico. Per questo, la Nuova Agenda Urbana (UN, 2017) ci invita a fare dell’urbanismo uno strumento di crescita inclusiva e sostenibile, di innovazione sociale, di sviluppo culturale e di protezione ambientale per uno sviluppo creativo, intelligente e sostenibile.
Per coltivare appieno il potenziale creativo e innovativo delle città, abbiamo bisogno di un cambio di paradigma che poggi sui pilastri dello sviluppo sostenibile - ambientale, culturale, sociale, territoriale ed economico - secondo quanto teorizzato dal professore universitario nonché architetto e urbanista Maurizio Carta nel suo libro « The Augmented City » e come da lui stesso ribadito alla summer school di RENA 2017, da poco conclusasi a Matera.
 
Come spiega il prof. Carta, dopo la Rivoluzione Industriale, siamo entrati nel cosiddetto Antropocene, un’era caratterizzata da un impatto umano massiccio sul pianeta, in grado di destabilizzare i sistemi naturali, con serie conseguenze per l’ambiente e per l’uomo. Oggi, però, secondo Carta, stiamo già vivendo in quella che lui chiama il Neo-Antropocene, ossia un’epoca in cui l’essere umano è diventato molto più consapevole del suo impatto sul mondo e per questo cerca di utilizzare le risorse a disposizione in maniera più creativa e intelligente, per assicurare uno sviluppo sostenibile per le generazioni presenti e future.
 
Ma, ha chiesto Carta provocatoriamente durante il suo intervento, « se l’idea di nuovo urbanismo – più umano e responsabile - inizia a diffondersi, siamo alla fine del gioco? ». Tutt’altro, « siamo invece in un momento molto delicato che richiede di passare dall’osannare l’innovazione ad applicarla ». Ossia, siamo davanti a migliaia se non milioni di esempi di innovazione urbana che vanno messi a sistema, affinché la complessità possa essere ancora un elemento di sviluppo.
 
Da qui, il bisogno di un salto di paradigma: quello che Carta chiama la « Città Aumentata », in cui la realtà è incrementata da un serie di informazioni e soggetti che la rendono innovativa e sostenibile. Ma non si tratta di una « città del futuro, un’utopia, ma di una piattaforma sociale, culturale ed economica per potenziare la nostra vita contemporanea. Una città di un diverso presente ».
 
Quello che Carta propone non è un modello di città, ma piuttosto un’insieme di dieci sfide che non potranno necessariamente essere affrontate per intero da ogni città.
 
La Città Aumentata è dunque Senziente, perché usa un’ampia serie di fonti per agire in un contesto sempre più guidato dalla conoscenza. È anche basata su un approccio Opensource in quanto non più basata su un codice « pre-compilato » di spazi e funzioni, ma su un processo collaborativo ed incrementale che genera in continuo spazi di incontro, di lavoro e di residenza. La Città Aumentata è poi Intelligente perché combina un hardware di migliori spazi urbani con il software di una cittadinanza attiva, nonché adotta un piano urbanistico flessibile in grado di rispondere constantemente alle esigenze che si generano nel tempo. Questa nuova città è anche Produttiva, grazie alla capacità di attivare nuovi ecosistemi produttivi che permettono l’emergere di una nuova manifattura e la costruizione di una nuova base economica per la città, « dopo anni di euforia per una città intesa solamente come fornitore di servizi ». È sempre più Creativa e in grado di migliorare la sua anima culturale grazie ad un uso integrato di cultura, comunicazione e cooperazione che stimolano un diverso modello di crescita basato su identità, qualità e reputazione. È Re-ciclica perché basata su dei processi di riciclaggio, tipici dell’economia circolare. La Città Aumentata è Resiliente, in quanto accetta il compito di essere flessibile e autosufficiente per vincere sfide capitali come quelle del cambiamento climatico, nonché Fluida, perché in grado di favore lo sviluppo di diverse configurazioni urbane, e Reticolare nella capacità di unire vari « arcipelaghi » all’interno della città in un super organismo metropolitano. Infine, la Città Aumentata deve essere Strategica, basata su un approccio incrementale e adattivo. Carta propone dunque un nuovo protocollo di rigenerazione urbana, il Cityforming©, basato su un sistema di apprendimento e implementazione incrementale, relazionale e opensource, ben diverso da quello « verticale » e razionale che ha guidato finora molti masterplan urbani.
 
Nel suo libro, Carta presenta vari esempi di città che si collocano con successo su una o più fronti. Per esempio, cita Boston e il progetto New Urban Mechanics come ottima pratica sul piano dell’Opensource. Con questo progetto, la città utilizza l’intelligenza collettiva dei cittadini invitandoli a diventare « meccanici » della città gestendo progetti legati all’istruzione o al social housing, per esempio, migliorando così la qualità della vita urbana. Oppure, rispetto alla capacità di essere Senziente, Carta presenta lo Smart Citizen Kit che consente alla città di Barcellona di raccogliere dati di monitoraggio ambientale con la collaborazione dei cittadini. A Palermo, sono invece stati mappati i luoghi del talento (Smartplanning.unipa.it) come base di (ri-)partenza per una crescita creativa della città. Con la mappa, Carta e i suoi ricercatori sono riusciti nel difficile compito di identificare e geolocalizzare ben 400 spazi di cultura e innovazione a cui Palermo, purtroppo, sembra non rispondere ancora a sufficienza. Esiste però un nuovo piano urbanistico che mira a mettere questo potenziale innovativo maggiormente a disposizione della cittadinanza, evitando ulteriori addensamenti di questo tipo di luoghi e attività in singoli quartieri.
 
Carta chiude il suo intervento materano svelando quella che secondo lui si appresta a diventare una Città Aumentata a tutto tondo perché impegnata ad affrontare tutte e dieci le sfide descritte. E non si tratta di Boston, Barcellona o Madrid, bensì della siciliana Favara che, partendo dall’ormai noto Cultural Farm Park, sta avviando un processo di sviluppo a tutto tondo che include, tra gli altri, il ripensamento del sistema di trasporto cittadino e il trasferimento di esperienze e conoscenza alle nuove generazioni grazie alla creazione della prima scuola di architettura per bambini. Il tempo, che « invecchia in fretta », non tarderà a dirci se e come la città riuscirà nell’intento di posizionarsi con successo all’interno di questo nuovo paradigma di sviluppo. Sarà molto più incoraggiante e promettente emulare una piccola realtà del genere che l’esperienza di grandi città o capitali.
 
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Ph: M. Carta, 2016