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Architecture in white

  • Pubblicato il: 22/03/2013 - 12:40
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefania Crobe
Il Museo dell'Ara Pacis a Roma © Stefania Crobe

Montecchio Maggiore (Vicenza). L’Italia, si sa, è restia al cambiamento. Guardiamo con ammirazione le reliquie del grandioso passato testimoniato dalle nostre città storiche mentre il nuovo ci fa storcere un po’ il naso.
Lo sa bene Richard Meier, archistar di fama internazionale, che – una per tutte – a Roma, tra detrattori (tanti) e sostenitori, ha scatenato il seme della discordia con il suo Museo dell’Ara Pacis a protezione del monumento augusteo, portando l’architettura contemporanea nel centro storico della Città Eterna.
Troppo grande, troppo bianca, troppo moderna, queste le critiche mosse al candido edificio di Meier inaugurato nel 2006 salutando per sempre la teca fascista di Morpurgo.
Nonostante le successive minacce di abbattimento avanzate dal sindaco capitolino Alemanno, lo «scatolone di Meier» (così fu più volte definito) è ancora lì ad ospitare migliaia di visitatori che ogni anno accorrono a vedere il mausoleo augusteo.
Se anche non è riuscito a stabilire un dialogo con le adiacenti chiese di San Carlo, San Rocco e San Girolamo dei Croati e con gli edifici degli anni trenta, il «Mausoleo di Meier» ha però senz’altro il merito di comunicare con il pubblico contemporaneo di tutto il mondo, avendo fatto riscoprire un tesoro caduto per molto tempo nell’oblio, e il «casus belli ara pacis» ha riportato in auge il dibattito dell’inserimento del nuovo nel vecchio in Italia, portando un vento di innovazione anche nei nostri centri storici.

Ora la Fondazione Bisazza per il Design e l'Architettura Contemporanea rende omaggio ai 50 anni di attività di Richard Meier con la grande retrospettiva «Richard Meier. Architecture and Design», organizzata in collaborazione con lo Studio Meier di New York.

Dall’8 maggio al 28 luglio 2013 nei 7mila metri quadri di spazio espositivo di Montecchio (Vicenza), sede dell'azienda Bisazza, leader nella produzione del mosaico, e della neonata Fondazione, verranno presentati una selezione di progetti dell’architetto che, guardando a Le Corbusier, si connota per le linee essenziali e la solarità evocata dall’assenza di colore, o meglio dall’utilizzo del bianco perché, come afferma lo stesso Meier «White is the most important colour because within it you can see all the colour of the rainbow. The whiteness of white is never just white; it is almost always trasformed by light and that which is changing; the sky, th clouds, the sun and the moon (Il bianco è il colore più importante perché al suo interno si possono vedere tutti i colori dell'arcobaleno. Il candore del bianco non è mai solo bianco, ma è quasi sempre trasformata dalla luce e da ciò che sta cambiando, il cielo, le nuvole, il sole e la luna)».
In mostra una selezione di maquettes, rendering, bozzetti originali, fotografie, oggetti di design e un'installazione site-specific progettata appositamente per gli spazi della Fondazione Bisazza illustreranno la filosofia dell’«architetto in bianco». Tra questi la Smith House nel Connecticut, il Getty Center a Los Angeles, la Neugebauer Residence in Florida, il Museo Arp a Rolandseck in Germania, la nostrana Chiesa del Giubileo a Roma e il discusso Museo dell’Ara Pacis.

A meno di un anno dalla sua nascita, la Fondazione Bisazza segna un colpo d’eccellenza portando, dopo il design di John Pawson e Arik Levy, le architetture di Meier nella provincia italiana.
«Richard Meier – affermano Pieroe Rossella Bisazza, Presidente e Vicepresidente della Fondazione Bisazza - è una delle voci più importanti e autorevoli dell'architettura internazionale. Considerata la vocazione della Fondazione Bisazza a inserirsi con contributi originali nel dibattito culturale dell'architettura contemporanea, abbiamo voluto rendere omaggio a un architetto come Meier. Siamo onorati che la retrospettiva che accoglieremo sia completamente inedita, realizzata in collaborazione con lo studio RMP di New York».

In periferia come nei contesti storicamente, ci auguriamo che, come afferma Meier, «l’architettura possa connettere passato e presente, il tangibile e l’intangibile».

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Richard Meier - Architettura e Design
dall'8 maggio al 28 luglio 2013
Fondazione Bisazza
viale Milano, 56 - 36075 Montecchio Maggiore - VI
info@fondazionebisazza.it
www.fondazionebisazza.it