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Apre a Savona il Museo della Ceramica

  • Pubblicato il: 14/01/2015 - 17:16
Rubrica: 
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Articolo a cura di: 
Ginevra Domenichini
Opere della Collezione Boncompagni Ludovisi. Credito fotografico Fulvio Rosso

Savona. Nel cuore della città di Savona, all’interno del quattrocentesco Monte di Pietà ha inaugurato, il 16 dicembre, il Museo della Ceramica, una realtà di sorprendente bellezza e valore per la qualità delle opere esposte, i suggestivi spazi espositivi e per il suo essere testimonianza di quella produzione d’eccellenza che identifica la storia, l’arte e l’economia del territorio.

Savona, insieme ad Albisola, rappresenta infatti tra i più antichi e importanti centri produttivi di ceramica del Mediterraneo le cui prime testimonianze risalgono al Quattro-Cinquecento con i laggioni, piastrelle ispirate agli azulejos ispano-moreschi destinate a rivestire muri e pavimenti delle abitazioni di nobili e ricchi mercanti.

L’edificio che lo ospita, costruito per volontà del papa savonese Sisto IV, è stato messo a disposizione dalla Fondazione A. De Mari, l’attuale proprietario, che ne ha sostenuto la completa ristrutturazione e conversione in sede museale in stretta collaborazione con il Comune di Savona; ad entrambi gli enti spetta, in questa prima fase di avvio, la co-gestione ordinaria della struttura mentre è allo studio un modello di gestione partecipata. Il costo complessivo della operazione, a carico della Fondazione, è di €5.100.000 di cui 4milioni circa per i lavori di ristrutturazione, 700mila per l’allestimento e i restanti per la apertura.

Il nuovo centro, collegato con l’adiacente Museo d’Arte di Palazzo Gavotti e parte del più ampio circuito dei Musei Civici di Savona (MUSA), va a «costituire un polo culturale di forte interesse e insieme una grande opportunità di sviluppo turistico per il territorio», commenta Roberto Romani, presidente della Fondazione, portando avanti una visione della città orientata all’attrattività e allo sviluppo economico che parte dalla valorizzazione di una competenza locale, di un genius loci.

Le curatrici Cecilia Chilosi e Eliana Mattiaudia hanno selezionato oltre mille opere dal XV secolo agli anni Duemila, tutte provenienti dalle raccolte della Pinacoteca Civica e dalla collezione della Fondazione De Mari che racchiudono, tra gli altri, la vaseria dell’Ospedale San Paolo, la donazione del principe Boncompagni Ludovisi e le opere tratte dalle edizioni della Biennale della Ceramica.

Il percorso di visita, articolato su quattro piani, si snoda secondo una logica che alterna la valorizzazione delle singole raccolte e la disposizione tipologica e cronologica delle opere. Vasi, piatti da parata, eleganti sottocoppe conducono attraverso diversi stili decorativi e tecniche: l’istoriato barocco -decorazione tipica seicentesca prevalentemente realizzata in bianco e blu-, gli stili orientalizzanti che risentono della influenza delle porcellane cinesi e delle ceramiche persiane e ottomane conosciute grazie agli scambi commerciali tra Genova e l’Oriente, le taches noires ottocentesche –terracotte nere decorate da macchie di colore destinate alle classi popolari-, gli oggetti in terracotta verniciata déco, le ceramiche del secondo futurismo.

Concludono il percorso di visita le opere di pittori e scultori del Novecento tra i quali Jorn, Capogrossi, Luzzati, Arturo Martini e quelle frutto dei laboratori attivati a partire dal 2001 nell’ambito delle Biennali della Ceramica ai quali hanno collaborato alcuni tra i maggiori artisti e designer contemporanei; tra questi Pistoletto, Adrian Paci, Alessandro Mendini, Alberto Garutti.

Le sale - frutto dell’intervento strutturale, di restauro e allestitivo di Armellino & Poggio Architetti Associati, dello Studio Fallucca e dell’Architetto Marco Ricchebono - rispettano le parti originarie dell’edificio e valorizzano insieme le opere attraverso le suggestive strutture in vetro e acciaio che le ospitano. Gli strumenti multimediali ideati dal fisico Paco Lanciano raccontano e traducono poi nel linguaggio tecnologico dell’oggi il patrimonio del Museo consentendo di capirlo e di goderne. Così un suggestivo gioco di monitor e specchi, come fosse un caleidoscopio tecnologico, narra attraverso suoni e immagini la storia e gli sviluppi della ceramica ligure mentre una vetrina interattiva multimediale dà vita a racconti che approfondiscono tematiche legate al percorso di visita.

 

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di Ginevra Domenichini