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Alla Pinacoteca Agnelli si studia il collezionismo

  • Pubblicato il: 24/02/2012 - 09:51
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Anna Follo
Il Piacere dell’arte. Pratica e fenomenologia del collezionismo contemporaneo in Italia

Torino. Adriana Polveroni e Luca Beatrice hanno discusso alla Pinacoteca Agnellisui temi de «Il Piacere dell’arte. Pratica e fenomenologia del collezionismo contemporaneo in Italia», scritto a quattro mani da Adriana Polveroni e Marianna Agliottone per Johan & Levi Editore. L’incontro si iscrive nel posizionamento dell’istituzione sul collezionismo.
Il progetto editoriale, concentrato prevalentemente sul contemporaneo, è nato dopo due anni di ricerche da parte delle autrici, che cercano di «di raccontare il piacere dell’arte, l’avventura che il far crescere una collezione può rappresentare nella vita di un individuo, il percorso di conoscenza, l’interrogazione di sé, la passione accesa e a volte vorace che assorbe molte energie, non solo economiche, il sapere dello sguardo, la voglia di scommettere sul futuro».
Il volume si apre con un’introduzione storica, che analizza il ruolo fondamentale dei centri urbani, in particolare Roma, Milano e Torino, nello sviluppo della pratica del collezionismo tra gli anni ’40 e gli anni ’60. La seconda parte analizza invece i modi del collezionare, i soggetti coinvolti, il rapporto con le istituzioni, le logiche e i canali d’acquisto. Particolarmente interessante è il paragrafo dedicato alla Fondazioni, «Dal collezionismo alle fondazioni: un’evoluzione del sistema dell’arte italiano», dove Adriana Polveroni rintraccia nel recente fiorire delle fondazioni una modalità per artisti e collezionisti di tutelare il proprio patrimonio a fronte di un sistema di istituzioni pubbliche incapace di gestire adeguatamente eventuali donazioni e lasciti – sottolineando gli episodi eclatanti della collezione di Giuseppe Panza e di quella di Gianni Mattioli, che hanno preferito mettere il loro lascito in mano a istituzioni straniere piuttosto che vedere le loro collezioni smembrate nei musei italiani. La terza parte, curata da Marianna Agliottone, analizza gli aspetti più tecnici legati alla notifica d’acquisto, ai diritti di seguito e alla fiscalità legata al collezionismo.
La quarta e ultima parte comprende una serie di interviste a nomi di rilievo del collezionismo contemporaneo raccolte espressamente per il volume, per mettere in luce le diverse modalità del collezionare. Interessante è l’esempio di Giorgio Fasol, che rifiutando l’approccio speculativo al collezionismo ha deciso di acquistare solo le opere di artisti alla loro prima mostra.
Oggetto di discussione tra il pubblico, l’autrice e Luca Beatrice è stata proprio la dicotomia tra passione e speculazione che intreccia l’esperienza di molti collezionisti, per capire dove il percorso culturale e la progettualità che sta dietro ad una collezione si intreccia con l’aspetto economico, che è pure una componente importante nell’attività del collezionista.
Un nuovo strumento di mappatura quindi di un fenomeno che indica al lettore possibili scenari futuri.  

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