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Alla GAM si parla di Infinito, Velocità, Etica e Natura

  • Pubblicato il: 29/03/2013 - 08:57
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Anna Follo
Gam

Torino. Dal 29 marzo 2013 la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea propone un nuovo allestimento tematico delle sue collezioni. Si tratta della terza tappa di un percorso a cadenza biennale iniziato nell’ottobre 2009, dopo l'insediamento del direttore Danilo Eccher, dove si è accantonato il tradizionale ordine cronologico in favore di una rilettura a soggetto dei capolavori custoditi dalla GAM. Dal 2009 a oggi, seguendo questo criterio, sono state esposte molte delle 47.000 opere del museo tra dipinti, disegni, sculture, installazioni e video, dando così ai visitatori la possibilità di vedere capolavori a lungo rimasti inesposti.
Gli allestimenti del 2009 e del 2011 hanno scelto, come parole d'orine interpretative, Genere, Veduta, Infanzia e Specularità e poi Anima, Informazione, Malinconia e Linguaggio. Questi temi sono stati proposti e sviluppati da otto intellettuali italiani chiamati a collaborare con la GAM e a offrire il proprio punto di vista. Per l'edizione 2013 sono stati coinvolti quattro nuovi professionisti: Federico Vercellone, Massimiliano Fuksas, John Elkann, e Luciana Castellina.
Il primo piano accoglie la selezione di opere del professore di estetica Federico Vercellone, che ha esplorato il tema dell'Infinito. Nel testo che introduce la sua selezione, ha scritto che «L’infinito si dice in molti modi. È l’immensità degli spazi celesti, è l’infinito della serie numerica, quello dell’amore, e ce ne sono ancora molti altri». Nella sua selezione sono presenti opere come Il diradarsi di un temporale di Giuseppe Camino, Lo Specchio della Vita di Pellizza da Volpedo, monocromi blu di Yves Klein e poi opere di Piero Manzoni, Lucio Fontana, Michelangelo Pistoletto e Anselm Kiefer.
Il Presidente della FIAT John Elkann condivide lo spazio del primo piano con il tema della Velocità, perché, come ha scritto, «Il rapporto tra l’uomo e la velocità è un tema moderno e al contempo assai antico. La velocità condiziona l’agire e il pensare, segue un ritmo così rapido da superare la natura, tendendo all’infinito». Questa sezione ospita capolavori di Tranquillo Cremona, Benedetto Junck, Hans Hartung e Karel Appel. Continua poi con un disastro automobilistico di Andy Warhol, la grande ruota di sedie di Marc Andrè Robinson e opere astratte di Giuseppe Capogrossi e di Carla Accardi. Non è tralasciato l'immancabile riferimento al Futurismo con le Compenetrazioni iridescenti di Giacomo Balla e uno Studio per La città che sale di Umberto Boccioni.
Il secondo piano ospita Etica curato dall'architetto Massimiliano Fuksas e Natura proposto dalla scrittrice e giornalista Luciana Castellina.
Fuksas ha selezionato opere legate all’architettura e all’ambiente, riflessione sulla quale si basa la selezione di opere di Giuseppe Uncini e Angelo Morbelli. I riferimenti al paesaggio urbano sono espressi attraverso le opere Mario Sironi e Marco Tirelli, mentre i lavori di Nicola de Maria illuminano con colore e musica la selezione di Fuksas. La sezione si chiude con un riferimento a come l'idea di etica sia cambiata nella storia con opere Marino Marini, Luigi Mainolfi, Felice Casorati e Hermann Nitsch.
Natura è l'ultima sezione, nelle parole della sua curatrice, Luciana Castellina, viene descritta «come un concetto sovrabbondante e metafisico: nella natura noi ci siamo dentro, ma non proprio. E da millenni si discute di dove siamo in rapporto a lei.» Natura si apre con una nostalgica selezione ottocentesca tra Antonio Fontanesi e Eduardo Chillida. Si prosegue con le nature morte di Filippo de Pisis e Mario Mafai, e poi l'uso di materiali inediti e organici di Alberto Burri e Medardo Rosso. Il riferimento al contemporaneo presenta una selezione di opere dei poveristi Mario Merz e Giuseppe Penone, seguiti da Piero Gilardi e Carsten Höller.
Il carattere soggettivo di questa scelta curatoriale beneficia della durata transitoria in cui la parzialità delle scelte espositive è bilanciata dalla possibilità di scoprire alcune delle opere meno note della ricca collezione GAM.

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