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180mila mq di archeologia industriale, sognano il futuro con le industrie culturali e creative

  • Pubblicato il: 14/03/2014 - 11:34
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Valentina Gatti

Santo Stefano di Magra. La due giorni di Festival che si terrà venerdì 14 e sabato 15 marzo 2014, all’interno degli immensi impianti produttivi delle Ceramiche Vaccari, nel Comune di Santo Stefano di Magra (SP), ha il compito di traghettare questa area industriale, ormai dismessa, verso nuove prospettive creative. L’obiettivo è quello di facilitare la realizzazione di questo passaggio attraverso il racconto di diversi attori direttamente coinvolti in questo tipo di metamorfosi, seppur in contesti differenti. I protagonisti di questo Festival sono gli spazi (e gli attori che li hanno gestiti) che raccontano il loro processo di cambiamento. NOVA Cantieri Creativi esplicita la volontà di trasformazione, non solamente funzionale, ma soprattutto valoriale, dell’intera area NOVA (Nuovo Opificio Vaccari per le Arti) e si configura come il punto di partenza di uno storytelling che continuerà negli anni seguenti. Performance, proiezioni, laboratori e, soprattutto, narrazioni andranno a tessere la trama di questa dinamica due giorni, con la finalità di individuare le migliori suggestioni per una nuova gestione creativa del sito. Il format è innovativo e lo spirito fortemente proiettato verso il futuro con ottimismo. Non è un evento, non è un convegno, non è uno spettacolo, non è una performance, non è un punto di partenza e neanche un punto di arrivo, ma è tutto questo insieme.
Incontriamo il sindaco di Santo Stefano Magra, Juri Mazzanti, per parlare della genesi di NOVA, il nuovo progetto di rigenerazione della Ceramica Vaccari, un comparto industriale dismesso, uno dei molti in Italia, memento di un passato produttivo locale, traccia concreta dei tanto ribaditi cambiamenti socio-economici in atto. Quando si parla di derelict land, di spazi da rivitalizzare, di sfide sul territorio, si parla di luoghi come questo...
Santo Stefano di Magra. Siamo nell’entroterra della provincia spezzina. Il vecchio ceramificio si vede appena dalla strada statale, ma dalla cartografia e dalle foto satellitari si apprezza quanto sia imponente rispetto all’abitato della piccola frazione che lo ospita.
In tempi di spending review e patto di stabilità, un Comune di dimensioni modeste (c.a. 9000 abitanti) sceglie di impegnarsi attivamente nella regia, e nell’ideazione, di un progetto culturale innovativo, quanto ambizioso, come NOVA.
Abbiamo incontrato il Sindaco Juri Mazzanti, per approfondire con lui le motivazioni che hanno portato alla nascita del progetto.
Negli ultimi anni, questa Amministrazione ha tentato in più occasioni di aprire una riflessione proficua sui destini del comparto, coinvolgendo sia tecnici, sia la stessa cittadinanza. Grazie ad una serie di eventi, mostre e performance, la fabbrica è stata, seppur per modesta parte, riaperta periodicamente al pubblico, con la volontà esplicita di tener viva l’attenzione sull’area.
La Vaccari nel dibattito locale è un tema sentito e complesso, per la dimensione dell’area, i necessari costi di bonifica, la ferita ancora aperta lasciata dalla chiusura di un luogo che in passato ha dato lavoro a molti.
Tema complesso anche per la molteplicità dei soggetti coinvolti. Il complesso  è infatti frazionato in diverse aree, di proprietà di società italiane e straniere, al punto che, come sottolinea lo stesso Mazzanti, «questa moltitudine di potenziali interlocutori, tra loro anche molto diversi, di fatto non ci permetteva di fare una riflessione sul comparto che non contemplasse un’assunzione di responsabilità da parte nostra».
Il dialogo con alcuni dei proprietari, poi coinvolti nel progetto - che ricordiamo interessa solo una parte dell’intero sito (che conta circa 180mila mq) - è nato da una loro richiesta di valutare possibili abbattimenti del livello di tassazione degli immobili e delle aree,  di fatto inutilizzati da anni.
Dalla richiesta è nata l’idea che il Comune prendesse in gestione gli spazi, per poi assegnarli a terzi. L’uso culturale oggi pare una conditio sine qua non a cui il sindaco pensava da tempo. Infatti già nel 2010 il Comune di Santo Stefano di Magra aveva presentato un progetto, poi finanziato con fondi FAS, per realizzare l’Archivio Vaccari in un immobile sito proprio nell’area.
In attuazione a tali progetti Mazzanti  ci dice che «il Comune ha acquisito un immobile, ha sottoscritto un contratto di comodato per altre aree e, nelle more di questi passaggi, i proprietari, forti di una contrattualità preliminare, hanno provveduto alle attività di caratterizzazione e bonifica» e sottolinea come, da un punto di vista procedurale, la complessità dell’accordo sia stata proprio «arrivare ad un’area che fosse caratterizzata e bonificata prima del nostro intervento, sulla base però di un atto preliminare, che ci impegnava ad acquisire un immobile. Le risorse per acquisire l’immobile e ristrutturarlo rientrano nel quadro economico del progetto Archivio Vaccari, finanziato dalla Regione Liguria con Fondi FAS, solo recentemente sbloccati, ma l’operazione nel suo complesso è più ampia, perché ha garantito la bonifica di una parte rilevante del compendio, e la caratterizzazione delle restanti aree».
Ricordiamo inoltre che le finalità del progetto NOVAsuperano la dimensione di un incubatore per imprese creative e culturali. Il progetto mira a creare all’interno del sito una serie di spazi per la collettività, che saranno gestiti direttamente dal Comune, quali: l’archivio storico, un’area espositiva, un auditorium, una foresteria e ad ospitare la nuova biblioteca civica che verrà trasferita qui dal centro storico.
Significativa la scelta di collocare all’interno del comparto anche il futuro urban center, dove di fatto verrà concentrato il principale sforzo di natura progettuale, vero e proprio spazio del dialogo tra l’amministrazione, che è regia dell’intera operazione, e la cittadinanza, chiamata ad interloquire in un processo di progettazione partecipata.
Preme sottolineare che l’operazione nel suo complesso si è scontrata con una serie di problemi procedurali, affrontati grazie ad un lavoro congiunto e condiviso, Mazzanti ha voluto sottolineare che «in questo caso è il soggetto pubblico che si sostituisce al privato, e non viceversa come spesso accade, quindi dovevamo mettere a punto, anche da un punto di vista puramente normativo, gli strumenti che potessero consentire questo tipo di percorso».
Il progetto si apre pubblicamente con il festival Nova Cantieri Creativi. Spazi Mutanti | Spazi Mutati, che ospiterà una serie di personalità e metterà a confronto case history di rigenerazione creativa, nazionali e internazionali, connesse ai contenuti e alle finalità del progetto NOVA:  un festival di chiavi di lettura del sito e del suo prossimo futuro.
«Il festival è inteso come data zero, di un ipotetico progetto di iniziative, che serve a raccontare il percorso fatto fino ad oggi, il progetto di ristrutturazione dello spazio, i bandi, gli equilibri economici, in assoluta trasparenza spiegheremo i contenuti dei contratti e la fattibilità tecnico-economica dell’intera operazione», commenta Mazzanti.
La scelta di partire dalla cultura è una scelta condivisa e condivisibile, ma di certo nelle dinamiche di politica e trasformazione a livello locale è spesso una strada a cui se ne preferiscono altre, di natura prettamente speculativa, immobiliare e/o commerciale.
«Osservando i diversi progetti di riqualificazione di spazi analoghi che sono stati fatti in giro per il mondo, si evince come il punto di partenza di grandi operazioni di riqualificazione stia sempre nell’identificare un’anima, quest’anima in Italia è stata troppo spesso di natura commerciale. In operazioni di questo tipo frequentemente non si tiene conto delle preesistenze di valore architettonico. Consideri il caso, in questo stesso Comune, della Ex Sirma, demolita quasi interamente per far spazio ad un intervento commerciale ed abitativo. Credo che in questa fase storica qualsiasi operazione di natura immobiliare sia comunque complicata, così come ritengo che l’indirizzo commerciale in questa zona possa dirsi saturo, quindi a seguito di una riflessione seria, che tiene conto non solo della nostra provincia, ma di un’area più vasta, abbiamo scelto di andare a colmare un’esigenza diversa, un deficit strutturale».
Il progetto della pubblica amministrazione mira, in questo senso, a fare da volano ed attirare altri interventi, di altri soggetti che accettino a loro volta la sfida. «In questo caso oltre a proporre un nuovo, almeno per questo contesto, modello di sviluppo, l’obiettivo è anche scrivere un diverso rapporto tra soggetto culturale ed ente pubblico. Noi chiediamo che i privati prendano degli spazi, questo sarà l’oggetto dei bandi che presenteremo il 15 Marzo durante il festival».
La domanda ricorrente su questo progetto è: «cosa accadrà tra sette anni, alla scadenza del contratto di comodato d’uso?»
«Lavorando sulla Vaccari mi sono abituato a pensare ai vincoli come ad opportunità, quindi la mia risposta è che è bello che ci sia un termine, perché eleva i livelli di performance sul progetto. Del resto noi parliamo di futuro già da domani, perché nel momento in cui parliamo di masterplan, di fatto tracciamo una strategia di lungo termine. Ci sono molte realtà in giro per l’Europa che sono partite da piccoli nuclei e si sono espanse, altre che hanno necessitato di ulteriori finanziamenti, altre ancora che sono rimaste piccole ma preziose realtà nel panorama internazionale, cosa diventerà NOVA ancora non possiamo saperlo, l’obiettivo è ovviamente che il progetto tra sette anni sia consolidato e abbia la forza di proseguire. La scadenza settennale ci aiuta a indirizzare lo sviluppo del processo in un tempo preciso. Prevediamo una variante di piano nel giro di due anni. L’obiettivo minimo è che le attività che si andranno ad insediare, vengano consolidate. Auspicabile invece che il progetto cresca richiedendo l’acquisizione di altri spazi, oltre a quelli che oggi fanno parte di NOVA».
Gli Uffici del Comune sono già al lavoro da tempo per la redazione di un concorso internazionale per il masterplan di tutta l’area, che verrà bandito nei prossimi mesi. Molta è l’attenzione attorno a questo progetto per la rilevanza e l’ampiezza dell’area interessata e per le similitudini con numerose analoghe aree nel paese.
La redazione de Il Giornale delle Fondazioni sarà presente al festival-organizzato da Fondazione Fitzcarraldo e seguirà gli sviluppi del progetto, per raccontarvi delle evoluzioni di NOVA.

Per saperne di più leggi anche La Vita Nova delle Ceramiche Vaccari

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