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“Trame d’Italia”. Il turismo val bene un’esperienza. Parola di Fondazione Italiana Accenture

  • Pubblicato il: 14/06/2016 - 06:12
Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Caterina Consigli e Elisa Domenichetti

Nuove penne. Una riflessione dai giovani studenti del Master dell’Università Cattolica “Progettare Cultura” nel quale interviene ogni anno il Direttore della testata. Rendere vivo il patrimonio culturale italiano è possibile. Fondazione Italiana Accenture mette in campo risorse, conoscenze e competenze per sostenere le imprese culturali di domani.
 
 
Scommettere sul turismo esperienziale per valorizzare il territorio italiano. Questa la proposta avanzata da Daniele Rossi, senior advisor di Fondazione Italiana Accenture, in occasione dell’incontro "Valorizzare i territori. La scommessa del turismo esperienziale" tenutosi nelle aule dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e introdotto da Federica Olivares, direttore del Master Progettare Cultura. Arte, design, imprese culturali.
Cultura e imprenditorialità formano un binomio vincente. Sulle orme del visionario Adriano Olivetti e del paradigma di “corporate social responsibility”, la Fondazione nasce nel 2002 con un’attenzione particolare allo sviluppo sostenibile, alla formazione dei giovani e alla cultura digitale. “Siamo fermamente convinti che la cultura nasca da un’esigenza del cittadino di partecipare attivamente alla vita culturale e per questo motivo ci impegniamo a sostenere il terzo settore, per contribuire allo sviluppo del sistema Paese”, spiega Rossi in apertura.
 
Con un budget complessivo di 1.100.000 euro, Fondazione Italiana Accenture lavora quotidianamente alla realizzazione di una “convergenza” virtuosa tra profit e non profit che promuova nel terzo settore un ricorso più sistematico alle competenze gestionali e alle tecnologie. Lo scopo è permettere a realtà spesso frammentate di fare sistema: “aiutiamo il terzo settore a liberare il proprio potenziale - dichiara Rossi - unendo l’efficacia sociale tipica del settore non profit e l’efficienza tipica delle aziende”.
 
A questo punto si aggiunge il contributo della sharing economy. L’economia collaborativa si propone come un rinnovamento strutturale basato sulla creazione di un legame sociale fondante nello scambio economico e capace di generare nuovi modelli di servizi nel profit e nel non profit. Per questo settore la fondazione si muove di concerto con molti altri soggetti tra i quali ad esempio  Fondazione Eni Enrico Mattei e l’acceleratore b – ventures per creare nuovi modelli di impresa.
 
Un obiettivo rincorso anche attraverso l’attività di networking condotta dal segretario generale Anna Puccio. Tra i risultati più recenti di questa trama di relazioni, l’indagine del 2015Fondazioni d’impresa per i giovani: come far crescere il vivaio” promossa da Fondazione Bracco, Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Adecco, Fondazione De Agostini, Enel Cuore Onlus, Fondazione Umana Mente, UniCredit Foundation e Fondazione Vodafone Italia: una ricerca nata per mappare gli strumenti messi in campo dalle fondazioni stesse a sostegno dei giovani con lo scopo di fornire indicazioni per ottimizzare il passaggio tra scuola e lavoro.
 
Affinché il terzo settore generi valore condiviso, Fondazione Italiana Accenture si impegna in attività sul campo, volte ad aprire cantieri e a incentivare non solo il pensare ma anche il fare, favorendo l’incontro tra buone idee e chi ha le risorse per realizzarle. “Attraverso la piattaforma digitale ideaTRE60, sosteniamo e aiutiamo a realizzare progetti che siano sostenibili, scalabili, replicabili e che generino occupazione: per questo motivo le nostre call non solo chiedono requisiti precisi ai partecipanti ma obbligano i candidati a una formazione in itinere”.
Al vincitore, eletto da una giuria di esperti, viene garantita una fase di incubazione per la realizzazione concreta del progetto.
Le qualità più premiate? Una ferrea determinazione, uno storytelling originale e convincete, e la capacità di formare un team con competenze diverse in grado di mettere insieme un business plan ragionato. Stando attenti a non impostare il lavoro in modo sbagliato: “il primo errore in assoluto è confondere guadagni e ricavi. Spesso si traduce ‘non profit’ in ‘non ricavi’ ma se volete mettere in piedi un’iniziativa economicamente sostenibile dovete avere dei ricavi!”, ammonisce Rossi.
 
Tra i concorsi di maggiore successo lanciati da Fondazione Italiana Accenture, spicca “ARS! Arte che realizza occupazione sociale”, nel quale il Giornale delle Fondazioni è stato in giuria. Il bando, dedicato alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano, ha visto nel 2013 la partecipazione di oltre 500 idee progettuali presentate da 1240 partecipanti tra enti pubblici e privati, università e aziende, associazioni e persone fisiche eterogenee per età e professione. In palio, per il miglior progetto, fino a 1 milione di  euro, di cui 490mila erogati con un finanziamento diretto e i restanti sotto forma di ore di consulenza messe a disposizione di Accenture.
 
Ad aggiudicarsi il premio è stata “Trame Territoriali”, un’impresa sociale non profit nata dall’unione di sei partner con pluriennale esperienza nel campo della promozione del territorio. “Questo progetto è stato vincente perché in maniera semplice e divertente ha dimostrato come il turismo esperienziale di tipo culturale sia possibile e d’ impatto anche sul piano economico - commenta Rossi -  Costruire trame sul territorio, unendo punti di interesse storico, artistico e gastronomico e collegandoli al distretto circostante permette di attrarre investimenti e di far comprendere il significato culturale di un territorio, istigando la curiosità e dando una risposta a quella curiosità”.
Con la proposta Trame di Lunigianasi è voluto scommettere su una terra al confine tra Liguria e Toscana, dandosi obiettivi ambiziosi: richiamare più turisti e prolungarne la permanenza. Il lavoro ha richiesto il censimento dei punti di interesse, la creazione di un network con le eccellenze del territorio e l’ideazione di numerosi itinerari creativi. Il tutto promosso tramite una omonima piattaforma digitale che permette l’acquisto di pacchetti di escursione e scoperta della “terra dei cento castelli”: dal tour in vespa, alla via Francigena a cavallo, passando per il rafting e le lezioni di cucina.
 
Il progetto si è già dimostrato replicabile e scalabile: in Monferrato, sotto la guida di Giuseppe Sannazzaro Natta e del manager milanese Gianpaolo Bardazza, sta nascendo “Trame di Monferrato”, mentre in Trentino il Rotary Club di Rovereto cerca di promuovere soluzioni simili. Non è pertanto difficile immaginare l’inizio di un circolo virtuoso, una rete di turismo esperienziale di “Trame d’Italia” per cui si registrano già candidature nella bergamasca, nel piacentino e in altre zone.
 
Di bando in bando, l’attività della fondazione continua senza fermarsi: l’8 giugno è stato presentato il concorso “Welfare, che impresa!” promosso insieme a UBI Banca e Fondazione Bracco per sostenere lo sviluppo locale nei settori dell’ agricoltura e del turismo sociale, del welfare culturale e dei servizi alla persona. L’iscrizione è aperta a start-up sociali costituite da non oltre 36 mesi e offre un premio in denaro e quattro mesi di incubazione.
 
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Sitografia:
 
http://fondazioneaccenture.it/
http://almed.unicatt.it/progettarecultura
http://www.ideatre60.it/
http://tramedilunigiana.it/it