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«Son De Nittis l’italiano ma la mia patria è Parigi»

  • Pubblicato il: 11/01/2013 - 01:04
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Stefano Luppi
Giuseppe De Nittis Autoritratto 1883-1884 Pastello su tela

Padova. Arriva, dal 19 gennaio al 26 maggio, la più ampia rassegna dedicata in Italia a Giuseppe De Nittis (1846-1884), curata da Emanuela Angiuli e Fernando Mazzocca e organizzata a Palazzo Zabarella dalla Fondazione Bano, proprietaria dello storico immobile patavino. Ordinati sulle pareti 120 dipinti e disegni provenienti dai più prestigiosi musei e collezioni pubbliche italiane e francesi (Musée Carnavalet di Parigi, Musée des Beaux-Arts di Reims, Pinacoteca De Nittis di Barletta, Pinacoteca Provinciale Giaquinto di Bari, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, Raccolte Frugone di Genova, Galleria d’Arte Moderna di Milano, Museo di Capodimonte di Napoli, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, Civico Museo Revoltella - Galleria d'Arte Moderna di Trieste, Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca’ Pesaro di Venezia), opere che permettono di proseguire nel programma ormai decennale che Palazzo Zabarella dedica all’arte dell’Ottocento italiano.
«Il nostro istituto - spiega il presidente della Fondazione Federico Bano - in passato ha già rivolto l’attenzione degli studiosi ad artisti fondamentali del XIX secolo come Hayez, Boldini, Signorini, i Macchiaioli, il Simbolismo. Questa odierna è una nuova occasione per comunicare, ancora una volta, al grande pubblico i risultati più aggiornati della ricognizione storica e critica dell’Ottocento italiano inserito in un contesto internazionale». Dopo l’appuntamento di due anni fa al Petit Palais di Parigi tocca dunque oggi all’Italia analizzare a fondo un suo «figlio» artistico di primo piano, il più noto con Boldini degli «Italiens de Paris», attraverso alcune opere non presenti nell’esposizione parigina e addirittura alcune ancora non conosciute all’ambito degli studi specialistici su De Nittis. L’artista nacque il 25 febbraio del 1846 da una famiglia di ricchi proprietari terrieri e ben presto venne attratto da Parigi, città che raggiunse per la prima volta nel 1867 a 21 anni. «Se fossi rimasto in Italia, disse il pittore, non sarei il poco che oggi sono. È a Parigi che devo la mia fama» dettata soprattutto dall’essere in breve divenuto una sorta di cronista della società parigina. In Francia egli conobbe ben presto il mercante d'arte Adolphe Goupil e successivamente Léontine Gruville, sua futura sposa, anche se prima di giungere oltralpe De Nittis ebbe importanti trascorsi professionale in Italia. La sua infanzia, tutt'altro che serena, fu segnata dalla morte dei suoi genitori: a 15 anni il ragazzo si iscrisse all'Accademia di Belle Arti anche se presto ne fu espulso per indisciplina causata dalla sua mancata adesione alla pittura di Tradizione. Più felici gli anni seguenti. L’artista nel 1864, a soli 17 anni, partecipa alla fondazione della «Scuola di Portici» e iniziò a dipingere en plein air: a breve iniziò il periodo francese che si concluse con un viaggio a Londra dopo la rottura dei rapporti con il mercante Goupil che non lo introdusse nel «club» degli impressionisti anche se nel 1878 partecipò all’Esposizione Universale con 11 opere. La mostra padovana ordina in sezioni cronologiche tutti i temi di De Nittis, dal paesaggio al ritratto, alle rappresentazione della vita moderna delle capitali della mondanità Parigi e Londra. Approfondito anche il periodo di formazione di De Nittis, avvenuto a Napoli attraverso lo studio del paesaggio atmosferico ed evidenziato da una serie di tavolette e tele di piccole dimensioni che compongono uno straordinario reportage pittorico realizzato con un procedimento quasi fotografico che forse non ha confronti nella pittura italiana dell'epoca. L’appuntamento è realizzato da Fondazione Bano, Pinacoteca De Nittis di Barletta e Fondazione Antonveneta, catalogo Marsilio editori.

De Nittis
Palazzo Zabarella
dal 19 gennaio al 26 maggio
Informazioni e prenotazioni
tel. 049.8753100

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