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«Se vedi tutto grigio, sposta l'elefante»

  • Pubblicato il: 15/06/2013 - 01:12
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Anna Follo

Torino. Primo goal  della recente Fondazione Industria e Cultura, realtà nata in ambito Confindustriale, con sede a Torino per creare ponti virtuosi tra mondi che hanno codici diversi, ma molti comuni interessi. Lo segna la temeraria Presidente, Patrizia Asproni, una delle lady di ferro del Paese della cultura che genera occupazione.

«Per una volta non siamo follower e nasce a Torino, città laboratorio, scelta per la caratura del suo patrimonio, per la capacità di valorizzarlo e produrre cultura, un progetto inedito a livello mondiale», dice Asproni che ha presentato il 14 giugno Art & Museum International Exchange, la borsa internazionale delle mostre,   nel foyer di un Teatro Regio gremito come non mai di operatori e opinion leader culturali. Prima edizione il 7 e 8 novembre 2013 al Centro Congressi del Lingotto di Torino.

Secondo lo studio dell'economista  Guido Guerzoni, sono 11mila le mostre in Italia. Ne aprono 32 al giorno, una ogni 45 minuti e attraggono 4 milioni di visitatori. Troppe forse, come i 5.500 musei.
Ma le «mostre sono il biglietto da visita di un Paese e quindi di un'impresa, oltre ad un'importante opportunità di marketing, Leggendo i progetti culturali si fa  intelligence, si comprendono le tendenze dei consumi» aggiunge Asproni. Negli USA, un recente incontro degli operatori che ha delle analogie con la borsa, ha visto riunite 3mila persone, due soli gli italiani, confrontarsi sulle mostre temporanee che sono in forte espansione, soprattutto verso il target dei bambini. Mostre che vengono progettate per essere itineranti, con investimenti che variano da 200mila a due milioni di euro e coinvolgono milioni di partecipanti.
Business, ma soprattutto un modo per rileggere i patrimoni, i prodotti di gestione, pensando all'audience engagement, ad un nuovo rapporto con il pubblico, conquistandolo oltre il museo, nei luoghi della quotidianità come i centri commerciali con offerte che passano da  «mostre di qualche cosa a mostre per qualcuno» come diceva Stephan Weil.

La mostra delle borse è un B2B,  market and meeting place, virtuale su un sito che già da oggi è operativo per raccogliere le adesioni, e fisico con un appuntamento annuale.
Adesione semplice,  costi molto contenuti, possibilità di creare reti su tutta la filiera rendendola inclusiva, intrecciare narrazioni per il territorio e pratica d'impresa. Non solo musei quindi, ma  un folto tag cloud rappresenta l'universo che compone e ruota intorno al sistema dell'arte: gruppi media, collezionisti, galleristi e le professioni, dai trasportatori agli allestitori - dai produttori di merchandising agli assicuratori - la finanza ma soprattutto le imprese creative, che si muovono sull'innovazione, dalle app, al mobile ticketing alla  realtà aumentata.
Incontri da prenotare con formule one to one, one to many, social dinner. Una cassetta degli attrezzi, declinata in main conference per aprire finestre, laboratori e workshop. Una piattaforma di possibilità.
GL Event, il gruppo internazionale diretto in Italia da Regis Faurè, che gestisce il Centro del Lingotto, si assume il rischio d'impresa, con un contratto pluriennale. Una buona scommessa che si affronta con  uno staff di competenze consolidate. Alla comunicazione, Antonio Scuderi, già responsabile del Sole 24 Ore Cultura.
«La sfida sarà far emegere nuove possibilità con un rapporto più strutturato tra pubblico e privato» conclude  Maurizio Braccialarghe, l'assessore alla cultura della città di Torino che, con un tavolo inter-istituzionale con l'omologo della Regione, sta lavorando alla SuperFondazione, rivedrà la governance del Castello di Rivoli  includendolo nel sistema dei musei cittadini: Gam, Galleria di Arte Moderna e Contemporanea, MAO Museo di Arte Orientale e Palazzo Madama che con Artissima costituiscono Torino Musei.

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