Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

«The best place to work»: un’Elica che porta il vento dell’innovazione

  • Pubblicato il: 18/03/2014 - 15:23
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI D'IMPRESA
Articolo a cura di: 
Stefania Crobe

Chi è Deborah Carè? Formazione, punto di partenza e di arrivo: il suo ruolo oggi.
Con una laurea in Matematica e alcuni anni di docenza, nel 2000 inizio a lavorare in azienda nell’ambito delle Risorse Umane. Nel 2006 arrivo in Elica come People & Knowledge Manager, con responsabilità di selezione, formazione e sviluppo, incrementando numerosi progetti che hanno contribuito a fare di Elica «l’azienda italiana in cui si lavora meglio», vincendo il Great Place to Work Award Italy and Europe dal 2008 ad oggi. Nel 2007 entro nel Cda della Fondazione Ermanno Casoli e a fine 2009 ne assumo la direzione.
Per formazione sono abituata a mettere a sistema le cose, a creare relazioni tra elementi diversi per giungere a conoscenze nuove. Come sosteneva il matematico francese René Thom «la matematica ci rende intelligibili situazioni che prima ci sembravano misteriose». Un approccio alla realtà interdisciplinare che mi ha sempre guidato, nella carriera come nella vita privata, caratterizzato dall’apertura, dalla curiosità di esplorare ambiti sempre diversi.  Attualmente, oltre alla direzione della Fondazione Ermanno Casoli, ricopro anche il ruolo di Brand Communication Manager per Elica.

Elica è leader mondiale nella produzione di cappe per cucina, insediata a Fabriano, nelle Marche, terra operosa di piccole e medie imprese. Un prodotto che è diventato stile.
Piccola, ma agguerrita multinazionale, 3.400 dipendenti in tutto il mondo, divisi tra Italia, Polonia, Russia, Germania, India, Cina, Messico. Un’azienda attualmente quotata in Borsa che ha avuto il coraggio di cambiare e trasformarsi, in linea con le dinamiche globali. Elica è attiva nel mercato delle cappe da cucina sin dagli anni '70, e dal 1978 è presieduta da Francesco Casoli, il figlio del fondatore, Ermanno, a cui è dedicata la Fondazione. L’attenzione al design, la ricercatezza dei materiali e le tecnologie avanzate che garantiscono massima efficienza e riduzione ricercatezza dei materiali e le tecnologie avanzate che garantiscono massima efficienza e riduzione dei consumi, sono gli elementi che contraddistinguono oggi il marchio Elica nel mondo e che hanno consentito all'Azienda di rivoluzionare l’immagine tradizionale delle cappe da cucina: non più semplici accessori ma oggetti dal design unico in grado di migliorare la qualità della vita. Numerose le collaborazioni con importanti esponenti del mondo del design, da David Lewis a Stefano Giovannoni, da Ludovica e Roberto Palomba a un archistar come Gaetano Pesce, frutto del dialogo tra Elica e Fondazione Ermanno Casoli.

La Fondazione Ermanno Casoli nasce per ricordarne il fondatore. Da sempre è vicina alle arti per innovare l’impresa.  In che modo esattamente?
La nascita della Fondazione Ermanno Casoli rappresenta l’espressione massima di quell’atteggiamento aperto e pioneristico che contraddistingue Elica e che caratterizzava il suo fondatore Ermanno Casoli, che porta alla capacità di gestire il cambiamento. La Fondazione Ermanno Casoli nasce nel 2007 da un’intuizione di Francesco Casoli (attuale Presidente di Elica e figlio di Ermanno), a margine di un premio istituito nel 1997 intitolato al fondatore di Elica e, a partire dal 2010, anno in cui ne assumo la direzione, in completa sintonia con il direttore artistico, Marcello Smarrelli, ha attivato una serie di iniziative in cui l’arte contemporanea assume la funzione di strumento formativo e metodologico per i dipendenti dell’Azienda, dai manager agli operai.
Elica è l’incubatore naturale in cui la Fondazione sperimenta le numerose iniziative di contaminazione tra arte e impresa e, grazie a questo, oggi numerose e importanti sono le aziende che chiedono alla Fondazione Ermanno Casoli di curare progetti di questo tipo. Il  programma di attività forse più conosciuto della Fondazione è «E-STRAORDINARIO», un progetto che invita artisti di fama internazionale a realizzare un lavoro artistico con i dipendenti di un’azienda. L’iniziativa viene realizzata in collaborazione con un trainer specializzato in formazione manageriale affinché si possano utilizzare le metafore dell’arte per scopi formativi.

Tutto è strettamente monitorato, seguendo un protocollo «corretto», nel rispetto cioè delle reciproche peculiarità, dell’arte e dell’azienda. La Fondazione garantisce agli artisti libertà di azione e produzione e all’azienda efficacia, decodifica e contestualizzazione del lavoro commissionato.
Il sogno è quello di realizzare un museo d’arte contemporanea aziendale, i cui lavori sono dentro le numerose imprese che li hanno sostenuti, lavori ricchi di senso e di significato per le centinaia di persone che ci lavorano.

Qual è la risposta del territorio?
La fondazione si è sempre preoccupata di divulgare la sua metodologia, fin dall’inizio, quando, per prima in Italia, ha attivato un dialogo attivo tra arte e impresa.
I rapporti con il territorio sono importanti e basati su una co-progettazione continua. Oltre alle numerose iniziative che la Fondazione Ermanno Casoli ha aperto al pubblico mi piace sottolineare che la Regione Marche ha sostenuto fortemente un «E- straordinario» con 15 imprenditori aderenti al distretto meccanico di Confindustria Ancona, a testimoniare che è forte e sentita l’esigenza di attivare un dialogo tra mondo della cultura e mondo economico.
Sempre di più anche le Istituzioni pubbliche si aprono a questa metodologia, consapevoli che la produzione culturale contribuisce a creare sviluppo economico.

La Fondazione Ermanno Casoli rappresenta un’esperienza pioniera nell’indagare le potenzialità del dialogo fra arte e industria attraverso attività sempre più strutturate e specializzate, volte a far interagire questi due mondi nel rispetto dei reciproci obiettivi. Come nasce e si sviluppa questa intuizione?
Nasce dall’incontro tra me e Marcello Smarrelli. La mia provenienza dalla risorse umane ha favorito questa sinergia, facendomi intuire il potenziale che l’arte contemporanea e i suoi processi potevano avere sui dipendenti e dunque sulle aziende. L’arte ha la capacità di migliorare non solo l’ambiente di lavoro, ma aiuta le persone a immaginare possibilità diverse,  a rompere i paradigmi tradizionali di pensare e dunque a compiere uno scarto di pensiero che può riflettersi nelle scelte della vita personale e professionale.

Qual è  il risultato che avete ottenuto della relazione tra arte e impresa? Quale il reciproco scambio  nell’innovazione dei processi produttivi, nelle relazioni interne e con il contesto?
La misurabilità degli effetti non è immediata. Posso però dire che in Elica ci sono state delle ricadute estremamente positive. Alcuni dati testimoniano il contributo della Fondazione Ermanno Casoli ai successi di Elica. Sono stati misurati i benefici effettivi dell’azione della Fondazione proprio a partire da Elica confrontando il quinquennio precedente e successivo alla sua nascita: basti ricordare che dal 2007, anno di nascita della FEC, il numero di brevetti ornamentali è quadruplicato; che dal 2008 Elica è stata inserita costantemente tra i «Great Place to Work», premio sotto al quale sono riuniti i migliori ambienti di lavoro in Italia e in Europa, e dal 2009 a oggi ha conquistato il «Top Employers» per l’alta qualità dell’ambiente di lavoro; che dal 2008 al 2013 Elica si è aggiudicata numerosi premi per il design di prodotto, per il design dell’Annual Report e per quello del sito web; che nel 2012 e nel 2013 Elica ha vinto il Premio Imprese per l’Innovazione, indetto da Confindustria. E così via.

Abbiamo lavorato trasversalmente, attraverso l’arte, per rendere l’azienda aperta, attiva nella gestione del cambiamento, affinché avesse quello stato mentale ed emotivo che porta ad una possibilità inattesa. È questa l’innovazione.
Non ci può essere innovazione di prodotto se c’è un modello d’impresa obsoleto, chiuso e non al passo coi tempi.

Fondazione Ermanno Casoli rappresenta un modello esportabile dalle numerose potenzialità. Chi ha raccolto la sfida? Quali invece le resistenze?
Numerose le aziende che hanno collaborato con noi in questi anni: segnalo ACRAF - Aziende Chimiche Riunite Angelini Francesco, Confindustria Ancona, Gruppo Sole 24 ORE, Bricocenter, MSD, Biotronik, Artsana. E stiamo stringendo accordi con altri partner. Le resistenze riguardano soprattutto il dover conciliare i valori della produzione artistica  (che contemplano uno sguardo talvolta visionario) con quelli tipicamente aziendali (che invece preme per risultati certi e obiettivi precisi da raggiungere). Insomma, prima di accettare una contaminazione così delicata le aziende hanno bisogno di capire e di afferrare il metodo e il rigore che sta alla base del lavoro di ogni artista serio. Ed è proprio dal loro sguardo che possono scaturire processi originali, impensabili e, per questo, realmente innovativi.

Quali sono state le principali iniziative 2013 e il piano di intervento per il 2014?
Nel 2013 gli E-Straordinario con Marinella Senatore (Angelini), Margherita Moscardini (Sole 24 Ore), Mario Airò (con i figli dei dipendenti di Elica); la mostra Aspiranti Aspiratori con Elica a Shanghai; la XIV edizione del Premio con Danilo Correale (su invito del comitato di candidatura  a Siena Capitale Europea della Cultura 2019); l’esposizione delle Pescecappa Elica a Mosca; il concerto Mano d’Opera presso il magazzino di Elica, a Fabriano.
Nel 2014 ci sarà la XV edizione del Premio Ermanno Casoli in collaborazione con altre aziende oltre a Elica; la realizzazione del progetto E-STRAORDINARIO presso importanti aziende (di cui non possiamo fare ancora il nome); la presentazione a Siena, città candidata a capitale europea della cultura, del film e della pubblicazione legati al progetto «The Game», ideato da Danilo Correale, vincitore della XIV edizione del Premio Ermanno Casoli; la realizzazione di una mostra che documenti attraverso la fotografia l’identità di Elica in tutto il mondo, che varrà allestita presso lo Showroom milanese di Elica in occasione del salone del Mobile. Infine la partecipazione a diverse tavole rotonde e convegni, in cui la Fondazione è invitata a testimoniare concretamente come la cultura produce innovazione.

Quali le principali Istituzioni Partner/Sponsee 2013?
Il comitato promotore di Siena 2019 e le istituzioni locali (Comune di Colle di Val d’Elsa), il MiBACT  per E-STRAORDINARIO, Symbola e Consorzio Marche Spettacolo per il concerto, la Regione Marche.

La critica che più viene fatta all’impresa, quando si avvicina alla cultura, è quella di strumentalizzare la produzione culturale per creare economia, profitto (per uno, non per molti).
Forse sarebbe necessario fare un salto in avanti, magari ripensando il «vocabolario», in cui l’arte e la cultura non sono beni da «produrre», ma valori, attivatori di comunità, e indicare possibili piste da percorrere insieme, per il bene comune, non solo per l’interesse privato.
La cultura dell’economia lavora per il profitto, ma se per farlo utilizza delle metodologie che sono di valore e sostiene dei progetti aperti alla collettività, non vedo perché questi due mondi debbano essere inconciliabili. Il mondo economico deve produrre profitto, il mondo culturale deve produrre contenuti capaci di far immaginare mondi diversi. Ma sono mondi che possono dialogare.
In Italia la cultura ha pensato di poter fare a meno dell’economia e l’economia ha pensato di poter fare a meno della cultura. Si è capito che questa cosa non funziona.
Nei secoli precedenti tale rapporto è sempre esistito e la crisi, forse, ne ha aiutato la riscoperta. In Elica ha funzionato e molte sono le imprese che hanno chiesto alla Fondazione di sviluppare progetti di questo tipo.

Obiettivi per il futuro?
Far sì che la metodologia della Fondazione possa crescere e affermarsi come forma nuova di sostegno all’arte, capace di creare sviluppo e crescita economica, vincendo le diffidenze dei relativi mondi, che per loro natura sono considerati molto distanti.
L’azienda questo sforzo lo sta compiendo, mi piacerebbe che anche la cultura facesse lo stesso.

IN EVIDENZA: E-STRAORDINARIO
È un progetto di formazione che porta l’arte contemporanea nel mondo industriale: attraverso un ciclo di incontri teorici e di workshop, artisti di fama internazionale lavorano ad un progetto artistico con i dipendenti di un’azienda. L’iniziativa viene realizzata in collaborazione con un trainer specializzato in formazione manageriale. La Fondazione cura questa attività, inizialmente sperimentata in Elica, in altre aziende e istituzioni interessate. Per E-STRAORDINARIO la Fondazione Ermanno Casoli ha ottenuto il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Le aziende coinvolte: ACRAF - Aziende Chimiche Riunite Angelini Francesco, Confindustria Ancona, Business School Sole24Ore, Bricocenter, MSD, Biotronik, Artsana.

Gli artisti coinvolti: Francesco Arena, Francesco Barocco, Danilo Correale, Tomaso De Luca, Gregrosz Drodz, Ettore Favini, Adelita Husni-Bey, Margherita Moscardini, Cesare Pietroiusti, Marinella Senatore, Sissi, Alberto Tadiello, Nico Vascellari.
 

© Riproduzione riservata

Ph| E-STRAORDINARIO for Kids, La memoria dell’elefante, con Mario Airò, 2013
E-STRAORDINARIO per Bricocenter, Condividere è connettere, con Ettore Favini, 2012